In un mondo in cui circa una persona su dieci non ha accesso a cibo a sufficienza, e in cui questo dato risulta in costante crescita, è lecito chiedersi se sia giusto o meno usare gli alimenti per fare arte. Ci sono esempi più o meno famosi di autori che hanno usato il cibo come forma d’arte, basti pensare alla discussa “Comedian” di Cattelan, volgarmente nota come “La banana”.
Il mio punto di vista a riguardo è che sia perfettamente lecito, eticamente parlando, usare del cibo per fare arte. Sono arrivato a questa conclusione per una serie di motivi: innanzitutto, il cibo “sprecato” per questo scopo rappresenta una quantità irrisoria, se paragonata a quella di tutti gli alimenti che si sprecano perché risultano invenduti, scaduti o rovinati. Recenti studi hanno dimostrato, infatti, che circa il 20% del cibo disponibile sul mercato risulti sprecato. Ciò avviene principalmente presso i consumatori finali, ovvero le singole persone e le famiglie, che buttano circa il 10% del cibo, ancora commestibile, presente nelle loro case.
Il problema, dunque, non è l’artista, ma la società. Inoltre il cibo usato nel mondo dell’arte può essere, la maggior parte delle volte, mangiato senza rischi per la salute, ovviamente ciò dipende dai fruitori dell’opera d’arte, che si trasformano da fruitori dell’arte a fruitori del cibo tramite cui l’arte è rappresentata. Nel mio caso, i vegetali su cui scrivo sono perfettamente commestibili anche dopo averci scritto sopra con un pennarello indelebile, basta rimuovere la parte con la scritta! Dopo aver fotografato la mia opera, mi è capitato infatti più volte di recidere la parte “artistica” per poi mangiare il resto.
Questa è anche la sorte che è toccata alla banana di Cattelan, per restare nell’esempio precedente, che è stata mangiata da un performer, dopo essere stata venduta per più di 120.000$. Usare del cibo a scopi artistici, dunque, non porta inevitabilmente allo spreco e anzi, può essere un forte segnale per spronare le persone a sprecare di meno. Usare il cibo in arte, infatti, è un ottimo modo per imprimere in maniera forte messaggi contro lo spreco nella mente delle persone. La nostra società, fortemente consumistica, ha bisogno di questo tipo di messaggi per sensibilizzare e mobilitare i consumatori. Gli artisti dovrebbero muoversi di conseguenza e fare la propria parte in questo processo, usando il cibo stesso come arma per far scaturire la riflessione.
Poeta della Serra